Locali Ex Mattatoio

dal 19 Aprile al 2 Giugno 2014

 

L’ago e il filo; l’entrare e l’uscire: sono un atto primario e come insegna Emilio Villa “l’atto ripetuto, intensificato, si istituisce in rito e conseguentemente in culto”; un rito che non ricerca un’identità attraverso un atto liberatorio, ma che cambia a ogni filo immesso a ogni nodo stretto, rafforzandosi senza adattarsi. Ilaria Margutti sa che i ricami sulle tele sono le ferite dei teli e dei corpi. Ferite che ci costringono ad altri movimenti, altre azioni, ad altre scoperte di sé. Non un ricamo inteso come guarigione, ma come un’altra possibilità. La tela è: liberarsi dalla perdita per essere perdita. Sottrarre se stessi per tornare a essere complessi. Ma senza l’edificazione di una propria identità: fuori dalla parola nella parola; fuori dalla pelle nella pelle; fuori dalla voce nella voce. La sindone-telo diventa ciò che è: una perdita che rimane. La mancanza del corpo fisico nelle sindoni dà vita all’opera che è data dal corpo che non c’è, ma che compare sulla tela. E i ricami che tracciano la tela sono raccolti dalla tela-tesa e la fecondano e fecondano gli occhi di chi li guarda. I ricami sono tese che raccolgono. Non segni esposti, ma catalizzatori. Sono setacci dei nostri sguardi. Uscendo da una mostra di Ilaria Margutti si sa – o si intuisce: poco importa se con piena consapevolezza – che quello che si perde è quello che resta. I corpi reali dei visitatori divengono essi stessi i luoghi delle tracce, sindoni in carne e ossa, tracciate, eppure libere, eppure ricamate dai segni visti e ora impressi: come la filigrana su un corpo.

 

ILARIA MARGUTTI

(Modena 1971), vive e lavora a Sansepolcro, dove svolge l’attività artistica e quella di docente di storia dell’arte. Nel 1997 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha collaborato con gallerie: Janinebeangallery Berlino, Wannabeegallery Milano, MLBhomegallery Ferrara, Bontadosi ArtGallery Montefalco (PG), Galleria Art Forum Bologna.
Dal 2007 inserisce il ricamo nei suoi dipinti, linguaggio in cui sente meglio rappresentata la propria poetica.
Nel 2008 le sue opere sono finaliste in tre premi internazionali: Arte Laguna, Arte
Mondadori e premio Embroideres’ Guild di Birmingham. Nel 2010 è in Costa
d’Avorio per il progetto De L’Esprit e de L’Eau sostenuto dal Consolato Italiano.
Segue progetti per la diffusione dell’arte contemporanea presso il Museo Civico di Sansepolcro.

 

Orari:

Festivi/prefestivi: 10,00 – 19,30
Feriali: 10,00 – 13,00 / 14,30 – 19,00
dal 5 Maggio al 2 Giugno
Sab. / Dom. : 10,30 – 12,30 / 16,30 – 19,30